The DioField Chronicle

Developer/Publishers:
  • Square Enix
  • Lancarse
Data di uscita
  • Settembre 2022
Piattaforma
  • PC
  • Nintendo Switch
  • PlayStation 4/5
  • Xbox One / Xbox Series X/S
Recensione in breve:

Recensione di uno degli ultimi giochi “Made in Square”. Uno gioco convinto di rivoluzionare gli strategici/rpg e… fallisce miseramente (?).
Grafica ok, meccaniche atroci, una storia “passabile” ma narrata malissimo. Un totale disastro o una gemma nascosta?


Wow, una volta tanto riesco a fare una recensione quasi “utile” a livello di tempistiche. È solo merito del fatto che nei giorni scorsi c’era un ponte 😜

Non avevo grandissime speranze per DioField, fosse anche solo per il fatto che è uscito da poco ed era già venduto al (quasi) 50%.

Ho anche preso Harvestella, però quello devo ancora iniziarlo (lett. sto ancora giocando la Demo, perché ormai l’avevo scaricata e il save può essere portato nella versione completa).

Comunque, tornando a DioField… non è nulla di che.

La recensione breve e priva di spoiler può essere: non è nulla di speciale ed è vergognoso che abbiano il coraggio di venderlo per 70€. 15€ è probabilmente il prezzo più corretto.

È palesemente un budget title, con una grafica alquanto misera, una durata ridicola (l’ho platinato in meno di 20h), meccaniche interessanti ma poco sviluppate e una storia/personaggi senza capo né coda.

Non è un completo schifo, in realtà le prime ore passano bene e ci sono delle idee interessanti sia a livello di meccaniche che di personaggi, peccato che sia tutto alquanto superficiale e le ultime ore sono uno strazio.

Probabilmente la parte migliore di DioField è che si tratta di un titolo facile da giocare, finire e platinare.


Uno strategico senza strategia

DioField, credo, vuole essere il Fire Emblem della Square Enix.

Lo so, hanno già la serie Tactics (il recente remake è pure fatto bene), ma diciamo che DioField vorrebbe essere l’equivalente di un Fire Emblem “recente”.

Uno strategico “epico” con tanti personaggi, ognuno con la sua storia.


I combattimenti in DioField sono in semi-tempo reale. Party e nemici si muovono in tempo reale sulla mappa, ma il tempo si ferma ogni volta che scegli quali abilità/oggetti usare.

Inoltre, gli attacchi dei nemici hanno dei tempi di caricamento, per cui se presti attenzione hai modo di spostarti fuori dal raggio d’azione.

Di contro, ed è una cosa che diventa facile da abusare, le abilità dei tuoi personaggi sono istantanee.

Soprattutto nelle fasi finali, dopo aver sbloccato upgrade che aumentano il raggio d’azione delle abilità, ci sono personaggi capaci di colpire nemici dall’altra della mappa.

Non so se è un bene o meno, che solo il protagonista ha una sorta di attacco “teletrasporto”.

Di certo è ridicolo vedere l’equivalente di un tank colpire qualcuno a chilometri di distanza senza spostarsi dalla sua posizione.


Nonostante l’originalità è palesemente un sistema nuovo e non ben rodato, e il giocatore può abusarne facilmente.


Un’altra cosa che mi ha irritato nelle fasi finali è che il gioco ti costringe a usare determinate abilità.

Le skills derivano dall’equipaggiamento e le armi finali hanno il medesimo set (lett. la migliore non è altro che la precedente con un buff nelle stat e in più “fa più danni a questo tipo di nemico”).

Per cui ti trovi le mani legate e non puoi mixare liberamente i tuoi attacchi.

Poi metà dei personaggi sono cloni degli altri, con casi assurdi come Donovan (che credo sia pure un personaggio bonus) e Andrias che sono gli unici ad usare rispettivamente l’ascia e il pugnale.


Grafica inconsistente

DioField è un gioco palesemente con un budget ridotto (ma venduto come se non lo fosse).

Le animazioni sono legnose e mi ricordano pericolosamente quelle dei Dynasty Warriors dei tempi della PS3.

Il gioco si apre con una cutscene 2D con un effetto “pergamena”, ma è quando si passa al 3D che il (l’inesistente) budget diventa inequivocabile.

I modelli dei personaggi sono bruttarelli e plasticosi (e ricordano solo vagamente la loro controparte 2D), con animazioni ai minimi termini.


Nel 2022 un gioco a 60€ ha il coraggio di non avere un vero labiale.

Nelle scene normali i personaggi muovono la bocca a pappagallo, per cui sia il doppiaggio inglese che giapponese è “fuori sync”.

Il bello è che gran parte delle scene sono doppiate, ma apparentemente non c’erano abbastanza soldi per le animazioni (?).


Anche le mappe vengono riciclate in più occasioni, talvolta con motivazioni un po’ forzate a livello di storia per giustificare tornare nuovamente nel solito posto.

Nonostante ciò, sono gradevoli e abbastanza varie per cui non mi ha disturbato più di tanto.

Teoricamente dovrebbero sembrare dei diorami, ma credo che sia una art style scelto più che altro per risparmiare.

E tuttora non ho capito perché in battaglia i personaggi indossino maschere-elmi (ci sarà una motivazione diegetica? Almeno le armi riflettono l’equipaggiamento).

Inoltre, nonostante il gioco non sia particolarmente spettacolare, la mia Play a tratti anelava al suicidio e c’è un caricamento ogni 3×2.

L’ho giocato su una PS4 Pro, e non venitemi a dire che il gioco è un valido esempio di cosa può fare una PS5!

La mia PS4 non è propriamente sana: ha degli anni sulle spalle e per svariati mesi ha cercato di viaggiare oltre i 1080p (poi le mie orecchie hanno chiesto pietà).

La Square Enix è riuscita a fare un “Last Remnant 2 la vendetta dela grafica non ottimizzata”.

Pop-in, texture che si caricano in diretta, stuttering, ecc… e almeno Last Remnant inizialmente girava su una console odiata dai giapponesi ed era visivamente impressionante per i tempi.

DioField non ha scuse.

Ironicamente, prima di DioField stavo tentando di platinare Shadow of War, prima che il trofeo multiplayer diventi impossibile, e la mia Play era silenziosa come un gattino addormentato.


Suppongo che almeno il “sonoro” sia ok?

La OST non è particolarmente memorabile, e il doppiaggio mi è rimasto impresso per i motivi sbagliati.

Ho giocato con l’audio inglese e in generale non è un granché.

La direzione del doppiaggio sembrava essere “buona la prima e cercate di essere il più possibile monotoni”.

Ci sono poi casi comici come la risata di Waltaquin che batte a mani bassi la famigerata risata di Tidus in Final Fantasy X.

Ma devo dire che l’eccessivo uso del doppiaggio ha avuto i suoi risvolti positivi.

Il gioco è pieno zeppo di cutscene (e per alcune non c’è un vero skip).

Mi sono trovata a fare una cosa che mai oserei fare in altri giochi: ho messo l’auto e mentre i personaggi parlavano facevo altro cof cof.

Ho trovato l’auto un po’ fuori sync, ma è anche vero che non lo uso mai quindi magari è normale che ci siano così tanti punti morti (?).


Una storia senza senso

Ovviamente questa sezione non è spoiler-free~

Sulle prime la storia di DioField sembra carina, seppur poco originale.

Un impero malvagio vuole conquistare il mondo e i nostri eroi passano da soldati di ventura, a mercenari rinomati, a essere la guardia del Re, l’ultima speranza per tenere fuori l’Impero.

È ovvio fin dalle prime fasi che Andrias non la racconta giusta: palesemente non è un caso che salvino l’attendente di un Duca che sovvenziona una banda di mercenari, ed entrino in quest’ultima.

Da lì in poi il party principale si forma missione dopo missione, con qualche side character che non ha molto senso saltare (suppongo possa capitare se siete il genere di persona che fa solo la trama principale).

In teoria dovrebbe essere una storia corale, ma è Andrias il vero protagonista visto che è l’unico che avrete a disposizione dall’inizio alla fine e nel 99% dei casi impersonerete lui nella hub area.


E già qui mi viene in mente un’occasione sprecata: più o meno a metà del gioco diventerà apparente che i quattro personaggi principali hanno ideologie differenti e sono in rotta.

A un certo (unico) punto il party si divide e per un paio di missione non avete accesso a due dei personaggi principali (ma ancora a tutti gli altri > sarebbe stato più logico una divisione netta).

Avrei voluto vedere più spesso questo genere di cose, sia nelle missioni di trama che nelle side quest.

Toglierti l’accesso ad alcuni personaggi in battaglia mette un po’ di pepe a una situazione che altrimenti ristagna, perché finisci con usare sempre i soliti 4 personaggi (anche perché chi non partecipa alla battaglia non riceve punti esperienza).


Inoltre, il gioco ha delle missioni pensate per far conoscere meglio alcuni personaggi, ma non ti costringe a usarli in battaglia.

Dando vita a situazioni assurde tipo “quello è il tizio che mi ha reso invalido! Gliela farò pagare!”. Fai la missione con tutt’altri personaggi e nelle cutscene il gioco non prende atto della cosa.

Queste quest si sbloccano automaticamente. Se non usi un personaggio, sei comunque “degno” di sbloccare la sua quest successiva.


Il pacing della storia è un po’ incostante e spesso capita che la successiva missione di trama sia “urgentissima”, ma insieme a quella di sbloccano una carrellata di side-quest…

Ogni mistero non ha tempo di respirare e viene svelato, spesso in maniera anti climatic, subito dopo.


Prendiamo il caso di Levantia/Fred: fin dal principio il narratore ci dice che Levantia, principe e amico d’infanzia di Fredret e Andrias, è morto.

A un certo punto della storia Fredet di spaccerà per lui e per quanto ne sanno gli altri è la verità.

Di contro, nei dialoghi tra di loro, Andrias e Fredet non si fanno problemi a confermare che è tutta una bufala.

Per svariate ore tutta DioField è convinta che Fredret sia Levantia, ma Andrias (la grande spia) borbotta l’opposto continuamente.

Certo, i profili nella biblioteca si aggiornano spiegando che Fredet sta mentendo e in qualche modo ha falsificato il marchio dei principi, ma cos’è… Final Fantasy XIII? Nelle cutscene succede A, e il codex dice B?


Il finale poi è la riprova dell’incapacità degli sceneggiatori di gestire la storia che volevano raccontare.

Il boss finale è un generale dell’Impero, citato ore prime, che offscreen mette in ginocchio il regno in pochi minuti.

Il grande piano di Andrias è fingere di firmare la resa e ucciderlo, con la complicità di Re Fredet (che da qualche capitolo si è svegliato una mattina e ha deciso di diventare un cazzone).

Il gioco si conclude con un inseguimento (scattoso nel mio caso) e Andrias che pugnala suddetto generale.

Nei suoi ultimi stanti il moribondo dice una cosa strana e, manco darti il tempo di processare ciò, Andrias rivela, con un dialogo interiore, che è una spia dell’Impero a caccia di vendetta.

E visto che Fredet è diventato insopportabile Andrias uccide anche lui, perché non è degno di essere Re e dopo… va a fare il generale nell’Impero.


Probabilmente, se non fosse successo ore prime (e in maniera altrettanto random), sarei anche irritata dalla morte Waltaquin e il suo “ci rivedremo” (che non va da nessuna parte).

Viste le mille sotto trame iniziate e mai finite, sembrano convinti di fare un sequel… ma non ne sarei così sicura.


Tirando le somme

Non ho completamente odiato il mio tempo con DioField. Almeno è stato breve e ho guadagnato un platino estremamente facile.

Sono più che altro delusa perché aveva delle potenzialità, ma palesemente non avevano i soldi (o il talento) per portare infondo la cosa.

E se scrivo “palesemente” un’altra volta mi picchio da sola 😜

Concludo con una perla di idiozia: è creditata gente per la localizzazione italiana, ma il gioco non ha nemmeno una cover 100% italiana (come capita fin troppo spesso ultimamente è SPA/ITA).

Se ne sono dimenticati, come si sono dimenticati di togliere il cursore sulle versioni da console?? 🤣🤣


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