Spiritfarer

Developer/Publishers:

Thunder Lotus Games

Data di uscita

Agosto 2020

Piattaforma
  • PC
  • PlayStation 4
  • Xbox One
  • Nintendo Switch
Recensione in breve:

Spiritfarer è un piccolo gioco indie che porta il giocatore a fare un giro oltre il velo della vita. Questo titolo ha uno stile grafico adorabile e una storia strappalacrime, incentrata sul concetto di morte e sui rimpianti. Disgraziatamente, c’è la possibilità che i vostri principali compagni di viaggio siano bug e frustranti mini-game 😘.


Questa recensione è la versione condensata del papiro che trovate QUI.

Salve a tutti! Questa volta si tratta di una recensione un po’ anomala. Era già da tempo che pensavo di fare qualcosa per la vecchia recensione (classificata come mini, ma poi lunga quasi quanto un romanzo).

Visto che recentemente sono stati annunciati degli update gratuiti per questo gioco, ho colto l’occasione per parlare di quelli e realizzare anche una recensione più “malleabile“.


Free Update

Qualche giorno fa è stata annunciata la roadmap per il 2021, che comprende 3 infornate di update gratuiti per il gioco, ognuno con un nuovo personaggio.

Non si sa ancora molto, ma alcune cose hanno attirato la mia attenzione in maniera positiva (soprattutto i “quality of life improvement“, visto che le mie principali critiche al gioco riguardavano le meccaniche legnose – vedi sotto).

Non mi dilungherò oltre perché lo scopo principale di questo articolo è fare un sunto della mia precedente recensione. Se volete sapere di più su questo update vi rimando all’immagine sopra o al post ufficiale dello sviluppatore.


La vera “mini-review”

Cos’è Spiritfarer?

Un videogame indie multipiattaforma dello stesso sviluppatore di Jotun e Sundered.

In Spiritfarer il giocatore calca i panni di Stella, una ragazza che di colpo si ritrova a fare da Caronte in un Oltretomba colorato, ricco di isole e abitanti sui generis.

Ben presto diventerà evidente che Stella conosce alcune di queste persone e che, non troppo celatamente, uno dei temi del gioco è trattare come le persone gestiscano la propria morte e/o quella dei loro cari.

Non parlerò della parte Co-Op perché, come ho scritto qui, l’ho a malapena toccata e non dà nulla di nuovo al gioco (è giusto una gimmick).


Meccaniche

Tutto in Spiritfarer ruota intorno a Stella, i suoi compagni e alla sua barca, che può solcare con rapidità crescente le acque che dividono le varie isole.

Il grosso del tempo lo passerete sulla nave, a spostarvi e/o a occuparvi dei suoi abitanti (Stella, il suo gatto e i vari spiriti che recupererete).

La barca è altamente customizzabile, con upgrade per migliorarne la velocità o la resistenza, in modo da sbloccare nuove zone, oppure con strutture che servono a rendere la vita dei suoi abitanti più facile.

Nel gioco non ci sono veri e propri combattimenti (ci sono degli scontri con dei draghi marini, ma riciclano le altre meccaniche) e Stella si limita a saltare, planare e recuperare materiali.

Quando non esplora, Stella si occupa degli spiriti che sta traghettando: si assicura che stiano in modo confortevole, che non abbiano fame e nel mentre stringe i rapporti con loro, in modo da scoprire la loro storia.

Una volta fatte tutte le quest, il relativo spirito sarà pronto ad andare avanti e talvolta, insieme allo straziante addio, Stella scoprirà anche qualcosa che la riguarda direttamente.


Pro

Graficamente il gioco è molto accattivante. Lo stile è carino e le animazioni sono fluide.

La storia (fino a un certo punto – vedi dopo) è interessante e anche alcuni dei compagni sono adorabili.

Il gioco non ha un doppiaggio vero e proprio, ma a livello di testi è completamente localizzato in italiano.


Contro

Nonostante sia un gioco 2D la telecamera ha seri problemi, soprattutto negli scontri contro i draghi: fin troppo spesso fa degli zoom-out quasi ingiustificati.

Molte meccaniche di base sono mal progettate.

La mappa delle isole si vede solo dalla barca e non può essere aperta dopo il tramonto. Capisco che il muoversi solo con la luce sia una delle cose volute, ma almeno lasciami pianificare dove andare…

Inoltre sulla mappa non ci sono i nomi a vista, almeno finché non ci punti il cursore sopra (e ricordiamoci che tante persone dovranno usare le levette per farlo, non il mouse)

Puntare sopra il cursore è anche l’unico modo per vedere le statistiche dell’area (per cui dovete ricordarvi a memoria dove sta ogni isola e pregare di non dover mai cercare uno spirito di cui vi siete dimenticati).


Le quest talvolta non sono molto chiare su dove devi andare/cosa devi fare, e spesso non c’è scritto dove si trova la persona a cui devi fare rapporto una volta terminata.

Al pari della mappa non è facile star dietro alla barca e controllare le strutture, e i loro upgrade, perché non c’è una lista generale.

Alcune risorse sono mal bilanciate perché sono auto-rigeneranti e apparentemente la materia base ha un valore superiore alla materia lavorata (es. la lana).


Il mio rant sulla storia

Questa volta in edizione “brevilinea” 🤣.

Se volete la versione estesa vi toccherà trascinarvi fino a “…la diritta via era MOLTO smarrita.” (cit.)

Da qui in poi la recensione non è più spoiler-free.


Nonostante il gioco si creda tanto maturo e “artsy“, finisce col collezionare uno sfondone dietro l’altro. Non è nemmeno così bravo a celare le sue vere intenzioni.

Vorrebbe essere una storia di lutto riguardante una ragazza sfortunata, peccato che Stella rimbalzi di nazione in nazione e gran parte delle persone con cui lega non sono particolarmente “adorabili”.

Il prologo, alla luce del finale, non ha senso perché si presuppone che Caronte sia una carica che viene passata da anima tormentata ad anima tormentata… ma Stella non passa il testimone e Caronte non si vede più dopo il prologo.

Magari mi sono persa qualcosa tra le linee (ho apprezzato i sottotitoli italiani, ma talvolta erano palesemente cannati) o magari i futuri update faranno un retcon di questa svista, chissà…


Molti degli spiriti hanno un legale molto labile con Stella. Non devono essere per forza “likeable“, nulla vieta a Stella di affezionarsi a delle m***e di persone. Però talvolta sembra quasi che siano persone che ha visto una volta in tutta la sua vita.

Il gioco è ricco di contradizioni, sembrava quasi più interessato a spuntare tutta la lista degli argomenti SJW e “controversi” più che creare un’esperienza coerente con delle meccaniche solide.

Come ho già detto nell’altra recensione: in game molti spiriti sono odiosi, ma visto che in vita erano brave persone, lo sviluppatore presupone che il giocatore debba affezionarsi a loro.

Pensavo che ormai il principio di “show don’t tell” fosse entrato in testa agli “sceMeggiatori” moderni…


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