Bad End

Developer/Publishers: Arai Koh Create Office (YOX-Project)

Data di uscita: Novembre 2015

Piattaforma: PC (e credo mobile e Switch??)

Una visual novel da “3 lire” famosa per non essere male… sarà vero?


Era una vita che volevo provare questo gioco, perché ha la nomea di essere una Visual Novel low cost non pessima.

Penso di averlo già accennato in passato, ma su Steam (per una serie di motivi) ci sono molti giochi che non sono veri giochi, esistono solo per arricchire facilmente chi li realizza.

Le VN sono relativamente facili da fare: programmazione lineare e semplice, grafica prevalentemente 2D, ecc… per cui è un genere comodo per questi “fake-game”.

Essendo spesso realizzate nei paesi dell’est le chiamo, per far prima, “VN Russe”; in ogni caso ci sono sviluppatori che realizzano “VN Russe” degne di nota (tipo Salamandra88).

Tutto questo per dire che mi sono interessata a Bad End principalmente perché era una pecora nera in un mare di pessime pecorelle bianche~


Spoiler free review

Quella di cui parlo è la attuale versione per PC (ogni tanto viene aggiornato tuttora, anche se è un annetto che non capita).

Per riassumere in un’unica frase cosa penso del gioco: “lo consiglio perché è decente ed economico, ma lungi dall’essere privo di difetti”.

Bad End è una VN nata nel 2013 come VN per cellulari, negli anni ha subito un porting su pc con tanto di traduzione inglese.

Resta comunque una VN datata e lo si nota abbastanza, tanto per cominciare non è minimamente doppiata.

Graficamente parlando Bad End è dignitoso.

La UI è pessima (e pensare che l’attuale è anche una versione abbellita) e i figurini dei personaggi non sono eccelsi, ma funzionali.

La cosa più irritante sono gli sfondi… sono gli stessi che usa la Voltage e mezzo mondo!

Non so bene come si chiami il pack, chi lo venda, o altro… ma lo usano in mille e oltre a essere degli sfondi anonimi e bruttini, oltre a essere usati fino alla nausea, sono ormai vecchi (e pensati per i cellulari) per cui sono orribilmente sgranati.


La qualità della vita non è il massimo.

Il gioco è datato e realizzato con un engine atroce e privo di tantissime feature di base (non comprendo perché i programmatori giapponesi abbiano una tale fissa per gli engine fatti a bischero).

La cosa più fastidiosa, per un “lettore”, è la mancanza di un vero e proprio skip, oltre a minuzie visive mancanti che rendono inutilmente ambigue certe scene.

Ci sono anche dei piccoli bug, o per meglio dire cose “spiacevoli” non arginate dalla programmazione.

Ho “rotto” il rating system perché quando ho capito la struttura (molto di base) della VN ho iniziato ad andare avanti e indietro per ottimizzare lo sblocco degli innumerevoli finali (13 bad end + 1 true end).


Senza inoltrarci troppo nella storia, posso dirvi che la VN narra di un ragazzo che inizia a indagare su un misterioso gioco per cellulari che uccide chi lo gioca (Non è spoiler! È scritto nella scheda su Steam!)

Tutti i nomi sono fissi e nonostante il cast sia incredibilmente limitato, anche per risparmiare sulle illustrazioni, ci sono dei personaggi completamente superflui 🤣

Inoltre, dovendo tenere al minimo il cast, uno in particolare è usato come jolly in fin troppe situazioni -.-

Il gioco dura circa 2 ore e costa 2-3€, per cui 1€ l’ora.

Spesso però si trova in saldo su Steam (tendenzialmente 1€) ed è spessissimo dentro bundle proprio in virtù del suo essere un gioco vecchiotto e low cost.

Facciamo a pezzi la storia

Da qui in poi è ovviamente tutto un continuo spoiler.

La storia nelle prime fasi non è male, non brilla di originalità (la app che uccide è ormai un cliché) ma il mistero è abbastanza intrigante.

Purtroppo, da metà in poi la storia deraglia diventando frettolosa e scontata, uguale ad altre mille.

Come accennato i personaggi sono pochi:

  • Inui Kyuuhei, il “faceless” protagonista
  • Ogata Yuuji, il miglior amico del protagonista
  • Sasaki Kaname, altro amico del protagonista (e personaggio più inutile di tutti)
  • Iwasaki Kouko, la “protagonista del gioco” (vedi dopo)
  • Mihashi Kana, la “migliore amica” di Kouko
  • Shijou Akira, ragazzo di Kana (e jolly della situazione)

Anche se a vedere la copertina del gioco si potrebbe pensare di poter scegliere il sesso del protagonista in realtà ciò non è possibile.


Inui Kyuuhei gioca sul telefono e in quei frangenti “impersona” Iwasaki Kouko e i loro destini sono intrecciati.

Sasaki Kaname (il cui nome non avrei mai ricordato se non mi fossi messa a cercarlo) è completamente inutile.

In realtà entrambi gli amici di Inui non servono a molto, ma almeno Yuuji ruba la scena per poco visto che la sua ragion d’essere è morire per spingere Inui a indagare.

Kaname occupa solo spazio, ha un paio di scene in cui cerca di distrarre il protagonista, ma salvo influire su un Bad End non serve a molto.

È vero, è Kaname che per caso porta Inui in un posto e così il protagonista capisce che gli eventi del gioco sono legati alla realtà, ma… Inui ci sarebbe arrivato anche da solo.

Anzi è assurdo che non si fosse accorto che nel gioco vedeva i quartieri della sua città (e parliamo di posti vicino alla stazione, non di viuzze della periferia campagnola!!)

Iwasaki Kouko è la protagonista del “gioco”, mentre nella realtà è in coma.

Quasi subito Inui commenta che la Kouko del gioco è un po’ una testa di cazzo, ma in realtà è la fidanzatina perfetta (con tanto di taglie perse a causa del coma…!?) e si getta tra le braccia di Inui una volta svegliata.

Cosa vagamente disgustosa, ma… il gioco è palesemente scritto da un uomo e si nota spesso (vedi anche il fatto che Kana sa solo dare della “troia” a Kouko).


Mihashi Kana inizialmente sembra solo una comprimaria “yes, man” (con qualche sparata acida ogni tanto) ma alla fine verrà fuori che è la causa di tutto.

Kana capisce fischi per fiaschi e si convince che Kouko le voglia fregare il fidanzato (per questo la Kouko “gioco” è infoiata) e correndo via finisce sotto una macchina e successivamente in coma.

In perfetto stile “The Ring” il risentimento di Kana si trasforma in un mostro che inizia a stalkerare Kouko e la fa finire sotto un’auto, mandano in coma anche lei.

Kana non si ferma qui, infatti è sempre lei a creare Bad End per imprigionare l’anima di Kouko in un loop infernale e alla fine Kana viene sconfitta proprio dal rancore delle persone morte per colpa del gioco.


Akira è il jolly buono per ogni situazione.

Compare a circa metà della storia, ma essendo l’unico personaggio condiviso tra le due ambientazioni (per così dire) nell’istante in cui entra in scena inizia a essere sta-abusato.

Kouko lo usa come calmante per Kana. Nella realtà è Akira a svelare praticamente tutto il necessario a Inui per fare 2+2; tutto questo senza contare che è il fulcro dell’incomprensione che fa “impazzire” Kana.


Il world building ha seri problemi.

Talvolta è palesemente per seguire i cliché del genere. Talvolta mi puzza di “grattata di ego” per lo sceneggiatore/programmatore di questo gioco.

Il gioco che gioca Inui si chiama “Bad End”, come il gioco reale.

Nel suo mondo virtuale “Bad End” è un famigerato gioco che uccide chi lo gioca, e non avrei alcun problema con questo… se non generasse metà delle incongruenze della trama.

Bad End è famoso online > per questo Yuuji lo conosce.

Peccato che quando Kana viene sconfitta (e in tutte le visioni di Inui) le vittime si possano contare sulla punta delle dita di una mano!

A questo si somma il fatto che il gioco è ambientato nella città di Inui, però non è chiaro se le vittime vengano pescate sempre da lì o se siano a livello nazione/mondiale.

Tutto questo senza contare che nel finale, appunto, Kouko si mette con Inui perché… l’ha salvata dal gioco?

Gioco in cui era intrappolata in un loop in cui non faceva che morire e venir odiata dai giocatori morti (perché, per chissà quale motivo, credevano che fosse lei la causa di tutto) e… non è impazzita per questo?

O lo è ed è per questo che si mette con uno che non conosce nemmeno e che per giorni ha “comandato” il suo corpo virtuale..!?


L’altra cosa assurda è che tutti giustificano Kana, non c’è alcuna ritorsione per il fatto che ha imprigionando la migliore amica in un inferno comatoso e ucciso X persone per il suo diletto.

Tutto questo perché poco prima di finire in coma era convinta di avere le corna…!?

Ok, ovviamente non puoi mandarla in prigione per omicidio (essendo tutta una cosa sovrannaturale) ma se io fossi il suo ragazzo, o la sua miglior amica, dopo una cosa del genere prenderei le distanze.

L’altro difetto paradossale di Bad End è che i Bad End sono… uno strazio.

Dovrebbero essere il fulcro del gioco, ma diventa palese dalla prima scelta che bisogna scegliere sempre la risposta giusta per andare avanti, mentre scegliere quella sbagliata porta a un Bad.

Sbloccare tutti i Bad End diventa un lavoro più che un divertimento.

Non è che ci caschi per sbaglio per aver fatto delle scelte poco oculate in precedenza, no… ogni volta sai che se scegli A o B finisci in un Bad End che spesso ricicla asset già visti.

È vero, il protagonista ha “2 vite” per cui il primo errore non porta subito alla morte, ma la struttura è sempre quella:

  • intermezzo che può influire su un Bad End futuro (es. fare lo gnorri con Kaname o Akira blocca un paio di cose)
  • una domanda con 3 o 2 scelte di cui solo una è la corretta
  • tornare al punto 1 e ripetere -.-

Così per circa 7 volte, che divertimento!

Tirando le somme

Nonostante tutte queste critiche però Bad End, per quanto costa, è un’esperienza piacevole.

Se non siete troppo abituati agli horror giapponesi (in cui è sempre lo spirito malvagio il colpevole) potreste anche apprezzare la storia fino alla sua conclusione.


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