The Alliance Alive HD Remastered [review]


Cos’è Alliance Alive?

Alliance Alive (AA da qui in poi per semplicità) è un JRPG di stampo abbastanza classico.

Una partita dura circa una trentina di ore, che il giocatore passerà in compagnia di un nutrito cast di personaggi.

La missione principale è liberare il mondo dal dominio dei Daemon, una sorta di “alieni” che un giorno sono giunti a portare l’ordine e hanno diviso in 4 il mondo degli umani.

Non andrò oltre, perché successivamente ne parlerò più nei dettagli.

AA è inizialmente uscito su 3DS nel 2017, seguito da una riedizione “HD” per Switch alcuni anni dopo (che successivamente è stata portata anche su PC).

Tra le due versioni non ci sono grandi modifiche a livello di trama o gameplay, è principalmente un revamp grafico.

Una volta tanto hanno usato il cervello mentre riadattavano il menù (a differenza di Bravely Default).

AA viene anche considerato il successore spirituale di “The Legend of Legacy” (da qui in poi LL), un altro gioco per 3DS realizzato in gran parte dalle stesse persone che hanno fatto AA.

Che posso dirvi, hanno una fissa per questo genere di nomi 😜.
Non è colpa della localizzazione, hanno quel titolo anche in patria.

Essendo una cosa di nicchia, come è prevedibile, entrambi i giochi sono localizzati unicamente in inglese per il mercato occidentale.


Le varie versioni di AA

Non mi dilungherò troppo, anche perché essendo varie piattaforme diventa complicato parlare di tutte.

Per farla breve, per quanto riguarda il mercato italiano, AA è uscito in versione fisica per 3DS e per Switch.

La versione PC è solo digitale (e di quella mobile non parlo perché al momento della scrittura di questo articolo è a malapena uscita per il mercato giapponese).

L’unica cosa che ha di particolare è un foglio di cartoncino pre-ritagliato che permette di montare le due sagome dei “protagonisti”.

Nonostante il nome, è l’unica edizione fisica presente da noi (è un po’ come una edizione day one che poi non viene seguita da altro).


FuRyu, oh FuRyu…

Lo sviluppatore effettivo di AA è Cattle Call, storico sviluppatore di JRPG dai tempi della PS2 (es. Arc the Lad).

Ma in realtà sia AA che LL sono il risultato di un lavoro a più mani.

Un’altra parte importante della riuscita di questi giochi è da attribuirsi alla Grezzo, fondata da Koichi Ishii (dopo la sua “fuga” dalla Square Enix).

Questi giochi sono giunti in occidente principalmente per merito della FuRyu, e dei suoi agganci (AA è stato distribuito prima dalla Atlus e successivamente dalla NISA).

Non mi dilungherò troppo sui vari “sviluppatori”, perché l’unica cosa importante per questa recensione è capire perché LL e AA hanno la “nomea” di essere dei cloni di Bravely Default.


La FuRyu Corporation (フリュー株式会社) è uno sviluppatore e publisher di videogame, ed è considerato generalmente “quello che fa copie low-cost di giochi di moda“.

Parzialmente è vero, basta un’occhiata alle cover di Caligula Overdose per bollarlo come un clone dei Persona.

Idem per AA: basta un’occhiata per dire “questo è il Bravely Default dei poveri”.

E solitamente i budget dei giochi prodotti FuRyu sono una frazione rispetto a quello dei giochi che “ricalcano”.

Dal canto mio, ho sempre avuto un rapporto positivo con la FuRyu.

Iniziando da “Unchained Blades“, una piccola perla per PSP andata dimenticata (principalmente grazie al trattamento pessimo che la XSeed gli ha riservato in occidente).

Mi è sempre un po’ dispiaciuto che i loro giochi avessero questa nomea, benché a livello superficiale sia giustificata.

LL esiste perché Bravely Default esiste, o per lo meno LL ha quello stile grafico perché Bravely Default ha avuto successo.

Però non è corretto definirli dei cloni, perché a livello di gameplay sono diversi.

L’ispirazione è palese, ma solitamente la FuRyu (o gli sviluppatori sotto il loro ombrello) ci mette quanto basta per rendere il gioco accattivante e originale.

Caligula Overdose, il remake di Caligula Effect, è probabilmente il mio preferito (ma ho apprezzato anche Lost Dimension).

Non sono perle, ma mediamente sono degni del tempo che ci spendi sopra.

A esser sinceri, ultimamente i FuRyu riescono a divertirmi più delle loro controparti blasonate.

Sì, sto dicendo che ho preferito Caligula Overdose a Persona 5… fucilatemi pure!


Piccola digressione su Bravely Default 2

Se ho finalmente preso in mano AA è merito di Bravely Default 2, uscito poco tempo fa.

Ho comprato AA anni fa.

Un giorno era in offerta (ho passato una fase di acquisti folli per Switch dopo aver comprato la console), e l’ho preso in onore dei “bei ricordi” che avevo su LL.

Ammetto che dopo averlo comprato, l’ho abbandonato nel giro di un’ora

Purtroppo questo gioco ha un bruttissimo difetto, ma mi spiegherò meglio successivamente.


Come mai l’ho ripreso in mano in questi giorni e l’ho letteralmente divorato a tempo di record?

Perché Bravely Default 2 fa schifo.

Con tutta la buona volontà Bravely Deaful 2 non ha nulla a che vedere coi suoi predecessori.

Non l’ho finito, per cui non posso dirlo con certezza, ma la trama e i personaggi sono una barzelletta.

Inoltre, è piagato da difetti tecnici, caricamenti inutilmente lunghi, menù fatti coi piedi, telecamera narcolettica, ecc…

Forse lo recensirò in futuro, ma per i fini di questa recensione, basta dire che Bravely Deafult mi ha fatto schifo al punto tale che mi son detta “proviamo a vedere se il clone se la cava meglio”.


Bravely Default 2 non è un degno successore di Bravely su 3DS neanche a livello di grafica.

È plasticoso e le mappe delle città sono carine, ma qualitativamente scarse.

Per assurdo AA, graficamente, è un successore più degno dei Bravely Default.

Un gioco, che è un mero upscale di qualcosa che girava sul 3DS, mi offende meno la vista dell’ultimo Bravely Default, realizzato appositamente per lo Switch.


Una cartuccia piena di “robe”

Considerando che AA è nato per 3DS, e i contenuti tra le due versioni si equivalgono, AA è davvero un gioco “grande”, in tutti i sensi.

AA ha svariate meccaniche nel suo arsenale, e ha pure una storia decente, seppur non originalissima.

È possibile impersonare tutti i personaggi, muovendosi sulla mappa come loro.

C’è tanto testo non lineare, e personaggi bonus con variant delle cutscene nel caso siano o meno presenti.

Ci sono anche degli ending non canonici, in caso di particolari sconfitte o quando i personaggi fanno cose che teoricamente non dovrebbero essere in grado di fare (soprattutto nell’NG+).

Purtroppo tutta questa varietà di dialoghi e cutscene va a discapito del doppiaggio, che è completamente assente.

Non lo negherò, vedere delle cutscene “formato film” con la gente che muove la bocca a papera e non emette un suono mi ha urtato fino alla fine.


I combattimenti sono una versione migliorata di quelli di LL.

Ovvero un sistema jobless incentrato sul come sono messi in formazione i personaggi e le abilità che usano.

C’è una marcata componente random, che a quanto ho capito non piace a molti (a me non dispiace).

É parzialmente un gestionale, perché da un certo punto in poi dovrete costruire strutture e livellare le gilde dell’alleanza per sbloccare cose e avere aiuti in battaglia.

Ci sono svariati tipi di mezzi di trasporto che si sbloccano o “evolvono” andando avanti nella storia.

Molti dei quali sono utilizzabili solo nelle rispettive aree.

Il gioco è pensato per essere rigiocato almeno una volta e ci sono ben due opzioni di NG+.

L’NG+ classico, che ti permette di portare quasi tutto e ricominciare da capo, e l’EX NG che in pratica resetta i personaggi (con un bonus in punti abilità).


La storia

Per ovvi motivi, questa sezione della recensione non è “spoiler free” (anche se ho cercato di contenermi 😘).

Generalmente parlando, la storia di AA è ok: è alquanto standard e ricca di cliché.

Il maggior difetto è probabilmente il fatto che il boss finale è il solito cattivo che è cattivo perché è cattivo 🤣.

Oltre al fatto che, forse, a causa del poco tempo a disposizione, errori di traduzione e quant’altro il mondo non viene spiegato un granché bene e restano svariati interrogativi irrisolti.

A differenza di LL, che ti permetteva di scegliere con quale coppia di protagonisti iniziare, AA è più lineare.

La narrazione si sposta di gruppo in gruppo finché tutti non si incontrano e si alleano tra di loro.

Il gioco parte a tutti gli effetti a quel punto, che funge un po’ la conclusione del primo atto.

AA, al pari di LL, ha una quantità mostruosa di capitoli.

Il gioco non ha un vero e proprio quest system (le quest ci sono, ma non c’è un menù apposito), per cui in realtà ogni capitolo funge da “obiettivo del giorno”.

Nonostante gran parte delle recensioni in giro parlino di 9 protagonisti, in realtà il party po’ avere fino a 12 membri.

I principali sono Galil e Azura, ovvero i due che controlli quando inizia la storia; due amici d’infanzia, con una palese cotta covata.

Il gioco sembra trattare Galil come protagonista canonico, ma è in realtà Azura a portare i pantaloni in casa, e solitamente è lei la fautrice dei principali plot point.

Al party si aggiungono successivamente, per un breve periodo per poi tornare dopo come membri fissi successivamente, Renzo e Barbarosa.

Il secondo è un “Beastfolk“, i vice dei Daemon, ma questo fatto non viene utilizzato granché nella storia.

Successivamente, la narrazione si sposta su Vivian e Ignace; una nobile Daemon e il suo povero maggiordomo.

Vivian è una atipica Daemon, interessata a conoscere Tiggy, una brillante studiosa umana (e uno dei più grandi enigmi del gioco, se mi è permesso).

A sua volta Tiggy è ben felice di usare i due Daemon come “schiavetti”.

Sullo sfondo si muovono anche Gene e Rachel, umani alleati coi Daemon per una “coesistenza” più pacifica.

Le cose però non vanno come preventivato, visto dopo aver soccorso Galil & compagni decidono di unirsi alla ribellione.

Una volta acquisita la canonica aereonave (che come al solito all’inizio non vola), il party inizierà a viaggiare per i regni rimanenti, scoprendo nuove culture e anche i 3 personaggi che tutti sembrano dimenticare.

Si tratta di 3 personaggi bonus, che non si aggiungono al party per trama, ma perché viene fatta la loro quest personale.

Come qualcuno possa saltarli, visto che sono palesi, mi sfugge.

(Posso capire Matilda, visto che la sua quest comprende uccidere tre draghi,
ma gli altri due… 😒).

  • Robbins è un pinguino avventuriero alla ricerca del figlio.
  • Shiki è un veterano, che in realtà aspetta solo una chiamata alle armi.
  • Matilda è una “Dragon Guard” che aiuta i protagonisti nelle fasi finali del gioco.

A opporsi a loro c’è un nutrito cast di antagonisti, quasi tutti alquanto dimenticabili (tipo Badr, il governatore dittatore della prima nazione).

Il principale è probabilmente Grossa Radan (non commentate i nomi, vi ricordo che uno degli sviluppatori si chiama “Grezzo” 😂).

Grossa è l’equivalente di uno zelante inquisitore, ligio al dovere e fautore di uno dei primi momento “wow” della trama.

L’efebico Grossa arriva sulla scena e acceca Azura, dopo pochi minuti dall’inizio del gioco.

Si tratta di una punizione per aver visto un quadro che raffigura il cielo celeste, precluso agli umani da quando i Daemon hanno diviso il mondo.

Grossa è un po’ un’occasione mancata, perché funge da controparte a Vivian: è un Daemon zelante, a differenza dell’altra, ma comunque col tempo capisce che qualcosa non torna e aiuta i ribelli.

Sopravvive alla battaglia finale e apparentemente cura gli occhi di Azura, ma sono tutte cose che capitano off-screen.

In teoria il vero manipolatore, il genio del male, il boss finale, ecc… sarebbe Kuwalsa, il capo del consiglio dei Daemon che da decenni sta solo fingendo di seguire i dettami pacifici del suo popolo.

Tutto questo perché in pratica è cattivo.

C’è una motivazione ufficiale (cambiare l’ordine del mondo, far aprire gli occhi a Daemon, bla bla) ma è talmente blanda e illogica che è meglio ignorare tutto l’accaduto.

Il resto degli antagonisti va e viene, come accade in tutti i classici JRPG del secolo scorso.

Almeno hanno tutti un design carino.


Tirando le somme

The Alliance Alive non è di certo un gioco da Game of the Year, ma è comunque una piccola perla che ai suoi tempi riempiva fino all’orlo la cartuccia del 3DS.

Al pari del suo predecessore non è un clone di un altro gioco, è più un omaggio ai JRPG del secolo scorso.

Un JRPG dignitoso e curato maniacalmente in alcuni aspetti, ma sciatto sotto altri.

La storia perde colpi nelle fasi finali, e la mancanza di doppiaggio (pure la canzone nei crediti è priva di parti cantate!) sono i principali difetti.

Il gameplay è retrò, incredibilmente customizzabile, ma votato all’RNG.

Non lo trovo un difetto, anzi (perché non sai mai quali abilità ti sbloccherà), ma ammetto che non sia per tutti.

É spesso in offerta, e ora è disponibile su più piattaforme, per cui se volete un’esperienza “classica” che vi intrattenga per svariate ore ve lo consiglio~

Se vi può essere utile, questa è la guida più completa che ho trovato.