La “SQ” è una delle etichette (“serie” o “categoria” se preferite) di figure realizzate dalla Banpresto.


Cos’è la Banpresto?

Una storica software house giapponese. Nel 2008 la divisione videogame della Banpresto è stata assorbita dalla Namco Bandai (ora Bandai Namco, perché a quanto pare gli piaceva di più invertito? 😂), ma in altri ambiti la Banpresto ha continuato a esiste come marchio e come azienda.

Nel 2018, quando è nata la BANDAI SPIRITS (una società dedita alla creazione di giocattoli) , la Bandai ha definitivamente inglobato in sé la Banpresto che ora non è altro che una divisione di questa nuova azienda.

Gran parte delle figure commercializzate in Italia sono della Bandai (e quindi al 90% sono Banpresto) perché sotto la loro ala hanno franchise importanti quali One Piece e Dragon Ball, oltre ai videogiochi Bandai.

Inoltre, avendo aperto nel 2012 una divisione europea, la Bandai è capace di avere una distribuzione più capillare sul nostro territorio, rispetto ad altre aziende giapponesi.


SQ e le altre etichette Banpresto

SQ sta per “Special Quality” e, per quanto concerne la Bandai, sono figure di fascia media con un buon rapporto qualità-prezzo. Oltre a quello, visto il logo rosa e che la Q può anche star a significare “queen”, le figure SQ tendenzialmente ritraggono personaggi femminili.

Attualmente l’etichetta SQ è defunta, l’ultima figure a riportare il logo “SQ” è uscita nel 2017. L’etichetta è stata soppiantata dalla “GLITTER&GLAMOURS” e in parte (a mio avviso) dalla “Q Posket”.

Le “Q Posket” hanno modellazione “pucciosa” e una colorazione luccicante degli occhioni. Nonostante ciò non è una linea prettamente femminile, anche se i pezzi più famosi (al momento) sono probabilmente le principesse Disney.

Le “Glitter & Glamours” sono in pratica le SQ di oggi, ma con una attenzione ai dettagli superiore. Sono figure “femminili” con una patina più lucida rispetto alle altre etichette Banpresto.


Oltre alle sopracitate da noi si trovano spesso le figure appartenenti l’etichetta “Master Stars Piece“, ovvero le figure di fascia leggermente più alta (quasi tutte le figure di Dragonball che si trovano da noi appartengono a tale categoria).

Altrimenti è facile incappare nelle “SCulture” (un mix tra “Sculptor” e “Culture” quindi: cultura dello scultore), la serie dedicata a modellazioni particolari, tipo personaggi in pose più dinamiche.

Oppure, seppur più rare, le “Grandista” che invece è la serie dedicata ad avere una qualità nella colorazione.

Ci sono poi le “Ichiban Kuji” la cui qualità è un po’ random, probabilmente a causa della loro origine (il nome significa “primo premio del concorso”). Sono figure che hanno una distribuzione molto limitata (solo in certi negozi o proprio in certi eventi) e se siete stati allo scorso Lucca (Lucca Comics 2019) avrete visto che parte dello stand Bandai era adibito a zona lotteria.

Per finire cito anche le “Figuarts Mini” (che hanno sostituito le Chibi-Kyun), in pratica le Nendoroid della Banpresto.


Il pensiero della Suppy

Ho fatto questo articolo in previsione di alcune recensioni di figure SQ, per questo parlo di una etichetta morta e defunta.

Il mio pensiero, in breve, è che le SQ erano figure decenti.

Fanno la loro figura in vetrina e costano poco, ma quando si guardano da vicino si vedono errori, soprattutto nella colorazione.


Ho sempre considerato le Banpresto “figure di serie B” e per questo ho solo alcune SQ e qualche Q Posket (in entrambi i casi sono lì per sostituire/accompagnare Nendoroid).

Inizialmente, quando arrivarono in Italia (4-5 anni fa), le figure “Bandai” costavano davvero poco, probabilmente perché dovevano venderle per farle conoscere.

Ora hanno prezzi più alti, in linea col resto del mondo, e per questo le trovo un po’ troppo costose per quello che offrono.

Ora come ora, col prezzo di una Q Posket (comprata in negozio) ci puoi comprare una Nendoroid, previa ricerca fatta a modo 😚.


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